SWITCH-OFF TOSCANA, Passaggio al digitale terrestre anticipato a giugno 2011

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carbonatoditallio
view post Posted on 2/2/2011, 10:03 by: carbonatoditallio
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Sfida fra emittenti toscane
arriva il digitale terrestre

Non sono molte le emittenti pronte ad affrontare il passaggio dall'analogico
Mancano dotazioni tecniche e risorse finanziarie


SE PROVATE a domandare in giro una cosa del tipo: e adesso che succede? Sappiate che sarà difficile ottenere una risposta chiara che vi introduca nell'era digitale. Perché se il telefonino è in 3G e il cinema in 3D, la tv locale per ora è in 3 lettere: Boh. Iniziamo dalle certezze. O pseudo tali. Tra non molto arriverà lo switch-off anche in Toscana, una delle ultime regioni della lista. Sì, ma quando, esattamente? Risposta: non è chiaro neanche questo. Il decreto ministeriale datato 2008 parlava di primo semestre 2012 come termine ultimo per il passaggio delle 40 tv locali toscane dall'analogico al digitale.
Ma si sta discutendo seriamente di un possibile anticipo all'autunno 2011. Così vuole il governo. Un problema in più per quasi tutte le emittenti. C'è chi non vede l'ora (pochissimi) e chi fa due conti e prova quella strana sensazione che potrebbe provare chi è chiamato a investire soldi per organizzarsi un funerale degno di questo nome.
L'immagine forse è troppo forte, ma basta guardare cosa sta accadendo nelle regioni dove il digitale terrestre è già una realtà per capire che se non sei attrezzato come si deve a sparire dall'audience ci metti un attimo. Non a caso nelle prossime settimane partirà una protesta via spot a livello nazionale proprio su questo argomento. Nell'elenco delle tv toscane che ricevono gli incentivi governativi (circa 5 milioni all'anno complessivi), non sono molte quelle pronte ad affrontare la grande guerra del digitale terrestre, quella dove Mediaset si prepara a conquistare nuovi spazi di audience e immensi territori commerciali, quella dove mister Murdoch (che fino al 2012 deve restare fuori per legge dai giochi), cerca alleati per preparare il prossimo sbarco sulla terra.
«Io sono pronto, mi basta premere un pulsante e il gioco è fatto», dice Boris Mugnai, ruvido e simpatico proprietario di Rtv 38, la tv che da Figline irradia il segnale in tutta la Toscana puntando soprattutto su una informazione di qualità e sull'aggiornamento tecnologico, quello che serve per non farsi trovare spiazzati nel gran giorno dello switch-off. «Ho investito 3 milioni di euro dal 2003 per farmi trovare preparato. Digitale in alta frequenza, digitale in bassa frequenza. Poi arriverà l'alta definizione». Nel frattempo Mugnai ha già messo su le sue tre pay tva luci rosse, perché gli affari sono affari e mica è colpa sua se il sesso in tv è una garanzia. Ma il sogno di Boris è quello di costruire una rete capillare sul territorio, là dove l'informazione "Glocal" potrebbe diventare il nuovo terreno di scontro nel giorno in cui Mediaset decidesse di investire su tg regionali spinta anche da motivazioni politiche. Più o meno lo stesso il ragionamento seguito dal gruppo Poli (Italia 7, 8 Toscana e Rete 37).
Anche qui si punta sull'informazione. E, come per Rtv 38, il nodo dei contenuti non dovrebbe rappresentare un dramma. Perché poi, oltre al problema economico di aggiornamento tecnologico (la maggior parte delle tv digitalizzerà l'alta frequenza ma non gli studi), il grande problema delle piccole tv sarà quello di mettere insieme le idee per riempire i canali che si troveranno a gestire, anche perché se questi resteranno vuoti per assenza di idee e materiale, per legge scatterà la revoca delle concessioni statali. E così c'è chi cerca nuove alleanze sui contenuti, scambi di produzioni, organizzazione di possibili e impossibili canali tematici. Per non parlare dell'idea di replicare in differita su più canali lo stesso palintesto. La confusione, evidentemente, è generale e tutti guardano agli enti e alla politica in attesa di risposte. Di sicuro la rivoluzione del digitale terrestre è destinata a ridurre drasticamente il numero delle tv sparse sul territorio.
Il concetto non è poi così diverso da quello che accade ai negozi al dettaglio alle prese con l'espansione dei centri commerciali. In più la ghigliottina arriva in coincidenza con una crisi generale e con realtà in grande difficoltà come quella storica di Canale 10, ex tv di Cecchi Gori passata poi al gruppo Lagostena e adesso in procinto di passare a una società che parrebbe in qualche modo legata al Pdl.
Nei prossimi giorni tutto dovrebbe essere più chiaro. Nel frattempo, però, la ex tv di Cecchi Goriè rimasta piantata nella palude analogica. E i dipendenti, come quasi tutti i 559 che lavorano nelle tv locali toscane, si ripetono da tempo la stessa domanda:e adesso? La risposta per ora resta criptata. Attrezzarsi di decoder, please.
 
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21 replies since 1/2/2011, 16:54   1693 views
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