CITAZIONE (Gavlnir Rapznurl @ 9/10/2008, 23:37)
O hai votato forza nuova oppure la importantissima "destra" della santanchè,altrimenti mi sà che gli stronzi che sono al governo te hai contribuito a mandarceli..
vabbè, o non c'era anche la lega e movimento per l'autonomia siciliana o roba simile?
cmq stamani era pieno di gente a firenze, ora faccio una ricerca di articoli, metto i filmati e poi aggiorno...stamani siamo sulla cronaca di Firenze della Repubblica (si vede anche me e il bando in foto).
Le prime pagine delle edizioni locali della Repubblica di Roma, Bari, Bologna, Firenze, Napoli e Torino parlano delle manifestazioni studentesche.
Metro di Firenze (il giornalino gratis) ha un trafiletto a pagina 7 sull'iniziativa di ieri mttina di fare lezione in piazza.
Riporto da
La Repubblica on lineIl corteo anti Gelmini, i liceali si alleano con i grandi
Studenti liceali e universitari alleati nella protesta: oggi a Firenze. Scienze blocca le lezioni fino al 31 ottobre. A Pisa sfilano in 4 mila. A Siena la prossima settimana occupazioni e fiaccolata. In piazza San Marco stamani sono attesi migliaia di studenti delle università e delle superiori: insieme per dire no alla politica del governodi Gaia RauLa Toscana in piazza contro il decreto Gelmini. Gli studenti delle scuole superiori fiorentine si preparano a marciare al fianco degli universitari nella manifestazione che partirà stamani alle 9 da piazza San Marco, una delle settanta organizzate da Unione degli studenti e Rete degli studenti in altrettante città italiane. Chiederanno il ritiro del decreto 137, protesteranno contro i tagli e il maestro unico, contro il voto in condotta e la «tele-sorveglianza» nelle scuole. Ieri pomeriggio, accogliendo l'invito del collettivo del liceo Michelangelo (sul quale campeggia uno striscione con la scritta «10-10 Sciopero per una scuola costituzionale»), una trentina di studenti si sono riuniti in piazza D'Azeglio, copie della Costituzione in mano, per organizzare la loro presenza nel corteo. «I tagli contenuti nel decreto violano il principio costituzionale della scuola pubblica. E anche se è una legge già in vigore, noi vogliamo ribadire la nostra opposizione».
La protesta anti-Gelmini dilaga anche a Pisa, dove ieri pomeriggio il presidio organizzato da un comitato di genitori in vista dell'annunciato arrivo del ministro, rivelatosi poi infondato, si è trasformato in un lungo corteo nel centro cittadino. In marcia oltre quattro mila persone: gli studenti medi insieme agli universitari, i ricercatori con il personale tecnico-amministrativo precario delle facoltà, e i rappresentanti delle istituzioni tra cui il sindaco Marco Filippeschi, per una mobilitazione sempre più ampia che si aggiunge all'occupazione, in corso da mercoledì, del Polo didattico Carmignani. Il consiglio di facoltà a Lettere ha poi sancito il blocco dei corsi per la prossima settimana, mentre in tutto l'ateneo i ricercatori precari hanno sospeso l'attività didattica, seguendo l'esempio di Ingegneria. Agitazioni in vista anche a Siena, dove finora la preoccupazione per la crisi finanziaria dell'ateneo aveva bloccato la mobilitazione contro le decisioni del Governo. I sindacati pensano a una fiaccolata, la prossima settimana, che unisca il mondo della scuola e quello dell'università, mentre in alcune facoltà, a cominciare da Lettere, si starebbe iniziando a parlare di occupazione.
Contro il decreto 137 sono scesi poi in campo l'assessore provinciale all'istruzione Elisa Simoni e altri 26 amministratori fiorentini del Pd, che definiscono le misure in esso contenute «gravi e pericolose per il nostro sistema di istruzione e il futuro del Paese».
(foto della lezione "Sintesi di sostanze naturali" ieri sul Ponte Vecchio)
(foto della lezione "Chimica analitica clinica e sensori e biosensori" ieri in Piazza Signoria)
Sempre sulla cronaca di
Firenze su La RepubblicaScienze blocca tutte le lezioni
Corsi sospesi fino al 31 ottobre. I ricercatori invadono le piazzedi Laura MontanariIeri sera il consiglio di facoltà di Scienze ha deciso di invitare i docenti a sospendere le lezioni fino al 31 ottobre. Niente corsi da chimica a fisica a matematica, tutto bloccato. Discussione lunga e sofferta, sette ore di confronto, poi la votazione a maggioranza. Si è astenuto il preside Paolo Marcellini che spiega: «Non ero d'accordo, ma devo ammettere che la facoltà è in grande difficoltà perché sono saliti a 160 i corsi che non possiamo avviare per l'astensione dalla didattica dei ricercatori». Anche ad Agraria chiesta e votata a maggioranza dalla facoltà la sospensione delle lezioni tradizionali in aula per un'altra settimana. Sono i ricercatori e i docenti a guidare la protesta contro i tagli del governo.
Ieri mattina la didattica ha scavalcato le aule accademiche ed è circolata libera in città. Senza pareti, senza microfono, così in strada. Le prostaglandine e la biosintesi su Ponte Vecchio, la voce del professore che si perde un po' nell'aria, fra il rumore dell'Arno gli studenti seduti per terra e i turisti che guardano e filmano incuriositi questo sapere gratuito e per tutti, questa università che esce dai laboratori periferici della piana di Sesto e viene qui nel centro, diventa una città aperta. Non è una passerella la lezione in piazza, ma un grido di aiuto e di rabbia, una fuga dal silenzio dei docenti e degli studenti.Prego, accomodatevi, non c'è iscrizione per ascoltare la ricercatrice Debora Berti, facoltà di Scienze, che ha appena riconsegnato a malincuore i suoi incarichi alla didattica e adesso in una mattina di sole, in piazza Pitti parla qui a 150 studenti spiaggiati con i loro quaderni, di biotecnologie e misure nanometriche, oro liquido in boccettina, molecole modificate. Non c'è bisogno di prenotarsi nemmeno mezz'ora più in là, accanto al Biancone di piazza della Signoria, per alzare la mano e fare una domanda sui biosensori chimici e le loro applicazioni nel campo della medicina. Ha in mano lo stick di un test di gravidanza e uno per rilevare gli zuccheri nel sangue la prof che è anche lei una ricercatrice al polo scientifico di Sesto e come altri suoi colleghi (156 corsi bloccati) ha detto che «no grazie, non possiamo far lezione come se niente fosse accaduto. In questi anni noi abbiamo assunto carichi didattici che non erano previsti nei nostri contratti e così facendo abbiamo in qualche modo coperto un sistema malato» spiega Maria Manuela Minunni, di Chimica analitica. L'università itinerante nel centro, fa lezione con una lavagna portatile e pennarelli, e quattro o cinque studenti che stanno in piedi e mostrano i cartelli che hanno appesi al collo: «No alla legge 133», «No ai tagli», «No all'università in vendita».
Per tutto il resto si potrebbe essere dentro a un'aula: temi, formule chimiche, linguaggio. Non fosse che dall'aula senza pareti passano gli sposi americani, lei con velo e strascico e invitati al seguito, non fosse che partono gli applausi dei gruppi dei turisti alle loro guide che spiegano la storia della piazza dai tempi di Savonarola, non fosse per la gente che passa e filma e scatta foto perché «curioso no? l'università che protesta proprio qui». Qualcuno solidarizza: «Bravi, fate proprio bene, l'università è un bene di tutti». Scienze resta occupata, Agraria pure. Cosa faranno le altre facoltà che adesso tacciono?
Copertina di La Repubblica di oggi:Flasch Mob ieri a Firenze contro la legge 133