CONTRO IL CARO BENZINA

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view post Posted on 30/11/2023, 10:00
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Petrolio, scricchiola l’Opec+ e calano i prezzi. E alla Cop28…
C’è disaccordo tra i Paesi produttori di petrolio, abbastanza da far slittare una riunione per decidere sul da farsi nel 2024: una triade di nazioni africane vorrebbe ridurre i tagli. Intanto, tra prospettive di offerta solida e domanda anemica, gli indici del greggio guardano verso il basso. E Birol (Iea) parla di “momento della verità” alla Conferenza Onu sul clima

Continua a calare il prezzo del petrolio dopo la sorpresa di mercoledì: il rinvio della riunione Opec+ in cui i membri del cartello di produttori di petrolio (più la Russia) avrebbero discusso se e quanto tagliare la loro produzione. La riunione è rimandata di poco, dal 26 al 30 novembre, ma nel frattempo i principali indici sono in ribasso – meno 1% circa – dopo essere scesi e risaliti anche del 5% subito dopo all’annuncio.
Il trend segue il sentimento degli operatori, che hanno interpretato il rinvio inaspettato come un segnale del fatto che ci sia disaccordo all’interno dell’Opec+, e dunque che difficilmente i suoi membri condividono la volontà di estendere i tagli alla produzione nel 2024. In particolare, sembra che un trio di nazioni africane stia mettendo i bastoni tra le ruote ai pesi massimi del forum.
Reuters riporta che Angola, Congo e Nigeria vogliano portare le proprie quote di produzione al di sopra dei tagli concordati lo scorso giugno, viaggiando in senso contrario a Riyadh e Mosca, che a inizio novembre avevano confermato il loro mantenimento. Possibile che i membri riescano a mettersi d’accordo, ma il rinvio della decisione, abbastanza inusuale, indica anche la complessità della situazione a livello globale – e suggerisce che non ci sia consenso tra i membri dell’Opec+ riguardo alla strategia migliore da adottare.
Sul lato dell’offerta ci sono diversi fattori a gravare sulle aspettative dei produttori di petrolio, tra cui l’aumento delle riserve statunitensi oltre ogni previsione (8,7 milioni contro 1,16 milioni) e l’allentamento delle sanzioni statunitensi sul Venezuela, che permetterà a Caracas di quadruplicare la sua produzione nel 2024. Sul lato dell’offerta ci sono il rallentamento dell’economia cinese, scossa dalla fuga di capitali esteri e dalla crisi dell’immobiliare, e lo spettro della recessione nell’eurozona.
Stando così le cose, le fondamenta della strategia (anche politica) di tagli portata avanti dai Paesi più importanti nell’Opec+ sembrano più fragili. La crisi in Medioriente non ha avuto particolare impatto sui prezzi del petrolio, e i Paesi produttori – specie Russia e Arabia Saudita – continuano a dipendere dall’esportazione di idrocarburi per i loro obiettivi nazionali. Intanto il calo della domanda ha inibito l’effetto dei tagli, decisi dall’Opec+ a giugno; il picco del prezzo è stato a settembre, 93 dollari al barile secondo l’indice Brent, mentre mercoledì è slittato sotto agli 80 dollari.
In sottofondo c’è la transizione energetica, che pur scontando le sue difficoltà continua nella sua lenta conversione dei sistemi energetici globali: persino i rivali geopolitici per eccellenza, Usa e Cina, si sono accordati in vista della Cop28 per accelerare lo sviluppo di rinnovabili. Tanto che il leader dell’Agenzia internazionale per l’energia Fatih Birol – che alle strategie dell’Opec+ oppone una prospettiva di aumento “inarrestabile” dell’energia verde – pensa che sia arrivato il “momento della verità” per i produttori di idrocarburi e li esorta a indirizzare la metà dei loro investimenti su progetti di energia pulita al 2030.
 
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view post Posted on 30/11/2023, 10:38
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Opec+ day, petrolio poco mosso in attesa del meeting

E’ finalmente arrivato il giorno dell’Opec+. La riunione, prevista inizialmente per il 26 novembre, è stata posticipata a oggi. Il cartello si incontrerà nel corso della giornata per discutere la politica di produzione per il 2024.
Nell’attesa che prenda il via il meeting, il petrolio è poco mosso: il Brent sale dello 0,25% a 83 dollari al barile, mentre il WTI avanza dello 0,35% a 78 dollari.
“Tutti gli occhi sono puntati oggi sull’Opec+. Crescono le aspettative che si possano effettuare tagli più profondi, che si aggiungerebbero all’estensione dei tagli volontari da parte dell’Arabia Saudita e della Russia. Chiaramente, questa crescente aspettativa lascia un rischio al ribasso per il mercato se l’Opec+ dovesse deludere”, segnalano gli strategist di ING aggiuggendo che “ad aumentare l’incertezza c’è anche il fatto che non è ancora chiaro se il gruppo sia stato in grado di risolvere i disaccordi sugli obiettivi di produzione angolani e nigeriani per il prossimo anno”.
 
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view post Posted on 16/1/2024, 16:27
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Fuga dal Mar Rosso: il Qatar ferma i trasporti di gas liquefatto per gli attacchi Houthi

[...]Una situazione fluida, che a lungo andare minaccia di compromettere la disponibilità di combustibili e di infiammare i prezzi, ma che per il momento sta sollevando una reazione molto tiepida sui mercati.
[...] Le quotazioni del greggio, molto volatili negli ultimi giorni, hanno avviato la seduta in rialzo per poi virare in negativo: il Brent perde circa mezzo punto percentuale, intorno a 77 dollari al barile.

Continua su https://www.ilsole24ore.com/art/via-mar-ro...efatto-AFgLtnLC
 
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Carburanti, prezzi ancora in rialzo: le verde al self rivede 1,8 euro

Proseguono i rialzi sulla rete carburanti. Con le quotazioni internazionali dei raffinati in salita (in particolare sul diesel), arrivano altri aumenti sui prezzi raccomandati: Eni, Q8 e IP - rileva Quotidiano Energia - rincarano di un centesimo entrambi i prodotti, mentre Tamoil di due centesimi la benzina e di un centesimo il diesel.

Le medie nazionali
In attesa di assorbire i nuovi movimenti, le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa, spiega QE, crescono a valle dei precedenti interventi. Nel dettaglio, in base all’elaborazione dei dati dell’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 23 gennaio, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,788 euro al litro (1,785 la rilevazione precedente), con le compagnie tra 1,784 e 1,800 euro al litro (no logo 1,775).
Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,748 euro al litro (rispetto a 1,745), con i diversi marchi tra 1,745 e 1,757 euro al litro (no logo 1,736). Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 1,927 euro al litro (1,926 la rilevazione precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,870 e 2,004 euro al litro (no logo 1,831).
La media del diesel servito è 1,888 euro al litro (contro 1,886), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,831 e 1,962 euro al litro (no logo 1,791). I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,722 e 0,737 euro al litro (no logo 0,706).
Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,395 a 1,537 euro al kg (no logo 1,410).
 
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Petrolio, in Italia nel 2023 consumi in riduzione: -1,5%

Consumi petroliferi in calo in Italia nel 2023. Secondo i primi dati provvisori di Unem (Unione energie per la mobilità), i consumi totali si sono ridotti dell’1,5% rispetto al 2022, in larga parte per la forte flessione della petrolchimica (-488.000 tonnellate), dei bunker navali (-206.000) e dei consumi di olio combustibile per la termoelettrica (-255.000), nonostante il sostegno della mobilità stradale e la ripresa del trasporto aereo che insieme hanno superato di quasi 650.000 tonnellate i volumi dello stesso periodo dello scorso anno.

Benzina in crescita
La benzina, con quasi 8,2 milioni di tonnellate (+3,8%, +300.000 tonnellate), ha trainato i carburanti compensando in parte la diminuzione del gasolio motori, in calo dell’1,9% (-447.000 tonnellate) con una forte flessione del canale extra-rete (-3,8%).

Contrazione a dicembre
A dicembre, sempre secondo i dati di Unem, i consumi petroliferi italiani complessivamente sono diminuiti del 2,2% rispetto allo stesso mese del 2022 con il sostanziale azzeramento degli impieghi di olio combustibile nella termoelettrica.
In lieve calo le vendite totali al mercato – ossia escludendo dai consumi totali quelli connessi alle attività industriali di raffinazione – che nel complesso hanno ceduto l’1,3% (-55.000 tonnellate) in particolare per la frenata dei prodotti di rete penalizzati da due giornate lavorative in meno verso il dicembre 2022.

Benzina +10% sul pre-Covid
Se il confronto si fa invece rispetto al periodo pre-pandemico e a parità di giorni lavorativi, la benzina mostra un progresso intorno al 10%, mentre il gasolio risulta lievemente inferiore. Un contributo positivo è arrivato dal trasporto aereo che ha confermato volumi superiori ai livelli pre-Covid. Ennesima conferma dei trend positivi per bitume e lubrificanti.

A dicembre prezzi minimi carburanti
Quanto alla dinamica dei prezzi al consumo – aggiunge la nota Unem – in media la benzina a dicembre è stata pari a 1,780 euro/litro, circa 6 centesimi in meno rispetto al mese precedente, mentre il gasolio a 1,750, 7,5 centesimi in meno. Si tratta dei prezzi minimi dell’anno raggiunti grazie ad un trend ribassista del petrolio giunto a toccare a dicembre il valore minimo di 72 dollari/barile. A livello di prezzo industriale (al netto delle tasse), sia la benzina che il gasolio sono risultati inferiori di 3,7 centesimi rispetto alla media dell’area euro.
 
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Eni, il calo dei prezzi di petrolio e gas impatta sui conti. Descalzi: «Risultati eccellenti»

Con un quadro complessivo che continua a essere segnato dall’incertezza, anche per via della persistente flessione dei prezzi del petrolio (che nel quarto trimestre dell’anno hanno lasciato sul terreno un 5% rispetto al quarto trimestre del 2022) e del gas (-57% in Europa) negli ultimi mesi, Eni arriva al giro di boa del preconsuntivo con un utile netto adjusted, depurato cioè delle partite straordinarie, a 8,3 miliardi in calo del 38% rispetto all’anno prima a causa dell’indebolimento dei prezzi, mentre sul trimestre l’asticella si attesta a 1,6 miliardi a fronte dei 2,5 miliardi dello stesso periodo del 2022 (-34%). L’utile netto è pari a 4,7 miliardi (-66%), sul quarto trimestre il dato è di 149 milioni (in diminuzione del 76%).


https://www.ilsole24ore.com/art/eni-calo-p...llenti-AFWGR4jC
 
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Benzina, prezzi ai massimi da sei mesi. Il self a 1,911 euro al litro
Il servito sale fino a 2,048. In crescita anche diesel, gpl e metano

I prezzi della benzina toccano i massimi da quasi sei mesi. Complice anche la corsa dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,911 euro al litro (1,900 il valore precedente), con le compagnie tra 1,906 e 1,928 euro/litro (no logo 1,897), il più alto dal 19 ottobre ad oggi. In base all'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 7 aprile, il prezzo medio praticato del diesel self è 1,811 euro al litro (1,803 il dato precedente).
Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 2,048 euro al litro (rispetto a 2,037), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,990 e 2,131 euro al litro (no logo 1,950). La media del diesel servito è 1,951 euro al litro (contro 1,943), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,889 e 2,029 euro al litro (no logo 1,853). I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,723 e 0,741 euro al litro (no logo 0,709). Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,308 a 1,414 euro al kg (no logo 1,316).
 
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Prezzi benzina di nuovo alle stelle, perché aumentano e quali sono gli scenari da tenere d’occhio per il futuro
Davide Tabarelli (Nomisma Energia): “Da almeno 50 anni le fluttuazioni del petrolio dipendono dalle tensioni in Medio Oriente”. Non solo Israele: mar Rosso, Ucraina e il timore di un’escalation in Iran. Cosa spinge le quotazioni verso l’alto

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno venerdì scorso, proprio mentre pendolari del weekend e appassionati delle gite fuori porta si preparavano a partire. I prezzi dei carburanti sono in deciso aumento, come confermano i dati elaborati da Quotidiano Energia sulla base delle comunicazioni dei gestori all'Osservaprezzi del Mimit, aggiornati al 7 aprile e resi noti questa mattina. La benzina al self ha raggiunto 1,911 euro al litro: il massimo da circa sei mesi, ovvero dal 19 ottobre 2023. Tra le cause, il rally del petrolio (che proprio venerdì ha raggiunto i 91 dollari al barile) e l’incremento delle quotazioni internazionali anche dei prodotti raffinati. Cosa dobbiamo aspettarci per le prossime settimane? Lo abbiamo chiesto a Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, società indipendente di ricerca sull’energia e l’ambiente.

I prezzi
Prima di sapere per quanto tempo durerà questa nuova fiammata, è bene però tracciare una panoramica dei prezzi attualmente praticati nel nostro Paese: il prezzo medio del diesel in modalità self-service è di 1,811 euro al litro (1,803 il dato precedente), mentre il servito è pari a 1,951 euro al litro (contro 1,943), con i punti vendita delle compagnie che propongono prezzi medi compresi tra 1,889 e 2,029 euro al litro. Sul servito per la benzina, invece, il prezzo medio è 2,048 euro al litro (rispetto a 2,037). Gli impianti colorati (che espongono, cioè, il proprio marchio) propongono prezzi tra 1,990 e 2,131 euro al litro; per i distributori no logo il prezzo medio è 1,950. I prezzi medi del Gpl sono tra 0,723 e 0,741 euro al litro. Infine, per il metano auto vanno da 1,308 a 1,414 euro al kg.

Le cause e gli scenari in ballo
"Da almeno 50 anni a questa parte – ovvero dai tempi del primo shock petrolifero del 1973 – le fluttuazioni del prezzo del petrolio (e, conseguentemente, dei carburanti) dipendono dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente – ricorda Davide Tabarelli – . Nel 1973 era stata proprio la guerra dello Yom Kippur, con il contestuale embargo sulla vendita di greggio, dichiarato dai Paesi produttori di petrolio agli stati che avevano sostenuto Israele, a innescare il primo forte aumento del prezzo del petrolio. Ora siamo di fronte a tre conflitti in atto: la guerra di Gaza, l’occupazione russa in Ucraina e gli attacchi degli Houthi alla navigazione internazionale nel mar Rosso. Tutte queste tensioni, esacerbate sia dal timore di un’escalation che coinvolga l’Iran, sia dai recenti attacchi ucraini ad alcune raffinerie di petrolio russe, spingono verso l’alto le quotazioni del petrolio”.

La risalita dopo un periodo di ribassi
Va detto, tuttavia, che i prezzi praticati negli ultimi 6 mesi erano stati piuttosto bassi, malgrado gli eventi geopolitici fossero già pienamente in atto. "Tra gennaio e febbraio 2024, il petrolio è stato venduto anche a 72 dollari al barile – conferma Tabarelli – e i prezzi dei carburanti hanno goduto di una certa stabilità. A trascinare le quotazioni verso il basso erano, in particolare, i timori diffusi per la debolezza dell’economia cinese (la cui crescita continua a essere inferiore alle aspettative) e l’abbondanza di offerta della materia prima”.

Cosa aspettarsi per il prossimo futuro?
"Dipenderà dall’andamento geopolitico: i mercati internazionali, al giorno d’oggi, sono spiccatamente finanziarizzati (gli strumenti finanziari e le conseguenti speculazioni incidono fortemente sul sistema economico reale, ndr) e, pertanto, sensibili anche a previsioni lontane nel tempo. Direi che comunque siamo ancora ben lontani dal picco di 2,200 euro al litro raggiunto dalla benzina a marzo 2022, un mese dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino”.
 
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Benzina, prezzi ai massimi da sei mesi. Si allarga la forbice con il diesel
La verde self service indicata a 1,914 euro al litro, il gasolio a 1,808 euro

Il contatore del prezzo della benzina ai distributori non gioca per smorzare le polemiche scoppiate nelle ultime giornate. Alla riapertura della settimana, infatti, i prezzi secondo la Staffetta quotidiana sono ai massimi da sei mesi per la verde, mentre il gasolio è in leggero calo. Si amplia così la forbice tra i due carburanti.
Sui mercati internazionali del petrolio c’è da dire che non si vedono per il momento grandi scossoni, nonostante il primo attacco dell’Iran a Israele: c’è la speranza che non si vada alla escalation. E infatti questa mattina il Brent apre in ribasso, scendendo sotto i 90 dollari. Resta comunque un mercato che si muove a diversi livelli e per i consumatori è più utile sapere che venerdì le quotazioni dei prodotti raffinati hanno messo a segno il secondo rialzo consecutivo, dovuto più a cause strutturali che agli eventi degli ultimi giorni, spiega la Staffetta. Quanto ai prezzi dei carburanti, la benzina torna a salire toccando il livello massimo da esattamente sei mesi, mentre il gasolio fa registrare un lieve calo. Tra le singole case, nella rilevazione quotidiana emerge che Q8 ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina. Per Tamoil registriamo un rialzo di un centesimo al litro su benzina e gasolio.

Le polemiche sulle gite
Nel fine settimana sono fioccate le segnalazioni delle associazioni dei consumatori di punti vendita che hanno portato la benzina fin sopra i 2,5 euro, lamentando così il malcostume di lucrare sulle gite fuori porta finalmente incentivate dalla primavera. E’ dovuto intervenire il Mimit per sottolineare che si tratta di punte fuori controllo ma la media è ampiamente sotto i 2 euro.

Il quadro dei prezzi
Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,914 euro/litro (+2 millesimi, compagnie 1,920, pompe bianche 1,900), diesel self service a 1,808 euro/litro (-1, compagnie 1,814, pompe bianche 1,795). Benzina servito a 2,051 euro/litro (+1, compagnie 2,095, pompe bianche 1,964), diesel servito a 1,948 euro/litro (-1, compagnie 1,992, pompe bianche 1,860). Gpl servito a 0,715 euro/litro (invariato, compagnie 0,724, pompe bianche 0,704), metano servito a 1,321 euro/kg (-1, compagnie 1,342, pompe bianche 1,304), Gnl 1,155 euro/kg (+1, compagnie 1,149 euro/kg, pompe bianche 1,159 euro/kg).
 
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Attacco all’Iran, borse in calo, fiammata del gas sui rischi nello stretto di Hormuz

Contraccolpi, contenuti, sui mercati dopo l’attacco di Israele all’Iran che mantiene alta la tensione nell’area da cui proviene una bella fetta del petrolio e del gas consumati nel mondo. Il brent, petrolio estratto nel mare del Nord che fa da riferimento per gli scambi europei, è in rialzo di circa il 2% e si riavvicina a quota 90 dollari al barile. Più sostenuto il rincaro del gas che sul mercato di Amsterdam passa di mano a quasi 34 euro il megawatt/ora, in rialzo di circa il 5% rispetto a ieri. Lo scenario peggiore, secondo gli analisti, potrebbe essere la chiusura da parte dell’Iran dello stretto di Hormuz, canale chiave da dove passa il 20% del traffico commerciale di Gnl (gas liquefatto), le cui forniture hanno compensato per l’Europa gran parte dei mancati flussi dalla Russia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/1...sraele/7519008/
 
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CITAZIONE (carbonatoditallio @ 19/4/2024, 09:30) 
Attacco all’Iran, borse in calo, fiammata del gas sui rischi nello stretto di Hormuz

Contraccolpi, contenuti, sui mercati dopo l’attacco di Israele all’Iran che mantiene alta la tensione nell’area da cui proviene una bella fetta del petrolio e del gas consumati nel mondo. Il brent, petrolio estratto nel mare del Nord che fa da riferimento per gli scambi europei, è in rialzo di circa il 2% e si riavvicina a quota 90 dollari al barile. Più sostenuto il rincaro del gas che sul mercato di Amsterdam passa di mano a quasi 34 euro il megawatt/ora, in rialzo di circa il 5% rispetto a ieri. Lo scenario peggiore, secondo gli analisti, potrebbe essere la chiusura da parte dell’Iran dello stretto di Hormuz, canale chiave da dove passa il 20% del traffico commerciale di Gnl (gas liquefatto), le cui forniture hanno compensato per l’Europa gran parte dei mancati flussi dalla Russia.

www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/1...sraele/7519008/

Il petrolio rallenta, si attesta sotto i 90 dollari

Iprezzi petrolio registrano un significativo rallentamento dall'impennata di questa mattina prossima al 4% sulle notizie delle tensioni in Medio Oriente con la ritorsione di Israele verso l'Iran: nelle contrattazioni asiatiche il West Texas Intermediate (Wti) sale ora del 2,10%, a 84,47 dollari, mentre il Brent registra un progresso dell'1,97%, a 88,83 dollari.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/202...f5dec3f069.html
 
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CITAZIONE (carbonatoditallio @ 19/4/2024, 09:56) 
CITAZIONE (carbonatoditallio @ 19/4/2024, 09:30) 
Attacco all’Iran, borse in calo, fiammata del gas sui rischi nello stretto di Hormuz

Contraccolpi, contenuti, sui mercati dopo l’attacco di Israele all’Iran che mantiene alta la tensione nell’area da cui proviene una bella fetta del petrolio e del gas consumati nel mondo. Il brent, petrolio estratto nel mare del Nord che fa da riferimento per gli scambi europei, è in rialzo di circa il 2% e si riavvicina a quota 90 dollari al barile. Più sostenuto il rincaro del gas che sul mercato di Amsterdam passa di mano a quasi 34 euro il megawatt/ora, in rialzo di circa il 5% rispetto a ieri. Lo scenario peggiore, secondo gli analisti, potrebbe essere la chiusura da parte dell’Iran dello stretto di Hormuz, canale chiave da dove passa il 20% del traffico commerciale di Gnl (gas liquefatto), le cui forniture hanno compensato per l’Europa gran parte dei mancati flussi dalla Russia.

www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/1...sraele/7519008/

Il petrolio rallenta, si attesta sotto i 90 dollari

Iprezzi petrolio registrano un significativo rallentamento dall'impennata di questa mattina prossima al 4% sulle notizie delle tensioni in Medio Oriente con la ritorsione di Israele verso l'Iran: nelle contrattazioni asiatiche il West Texas Intermediate (Wti) sale ora del 2,10%, a 84,47 dollari, mentre il Brent registra un progresso dell'1,97%, a 88,83 dollari.

www.ansa.it/sito/notizie/mondo/202...f5dec3f069.html

Borse in rosso e petrolio in rialzo dopo l'attacco israeliano all'Iran

[...]
Ovviamente l’attacco israeliano ha mosso il petrolio, salito in modo repentino per i timori di problemi delle forniture globali. Subito dopo il raid il Brent è salito del 4%, oltre i 90 dollari al barile, per poi ritracciare intorno agli 88 dollari al barile, con un rialzo inferiore al 2%. Andamento simile per il petrolio Wti, poco sotto gli 84 dollari al barile.

https://www.financialounge.com/news/2024/0...eliano-alliran/
 
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Gazprom, rosso per la prima volta in quasi 25 anni di storia

Gazprom, la società dell'energia controllata dallo Stato Russo ha chiuso il 2023 in perdita con un rosso di 629 mld di rubli, (circa 7 mld di dollari) ed è la prima volta che succede in quasi 25 anni di storia della società, cioè dal 1999. Gli analisti nonostante il conflitto con l'Ucraina ritenevano che il bilancio si potesse concludere con un profitto, anche se minore rispetto a quello conseguito nel 2022. L'attuale crollo viene spiegato con i volumi ormai estremamente bassi di fornitura di gas all'Europa.
 
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